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Simone Cattaneo, giovane poeta suicida

È da pochi giorni in libreria “Peace&Love. Tutte le poesie” di Simone Cattaneo, che contiene le sue due raccolte precedenti più una inedita, che esce postuma e che dà il titolo al libro. Giusto 3 anni fa Simone Cattaneo si suicida, a 35 anni. Sembrano lontani i tempi in cui i poeti si suicidavano: Cesare Pavese, Sylvia Plath, poeti tormentati, senza pace. Oggi sembra una stranezza. Oggi un poeta che si suicida sembra fuori dal tempo, un tempo in cui – come scrive Flavio Santi – se un giovane di talento pensa solo a scrivere e non a farsi conoscere, a crearsi una rete di rapporti utile, a costruirsi una figura pubblica, un poeta che non è ruffiano con chi conta e presenzialista, è destinato all’isolamento.

Una poesia per ricordare la sua voce:

Stanotte di fronte al televisore spento
mi sono messo a ballare con una canna da pesca
un lento tragico e romantico, ho spostato i mobili
del soggiorno e al centro del pavimento ho ammucchiato
quotidiani vecchi, cartoni di latte e qualche
fazzoletto sporco. Poi ho dato fuoco a tutto
e mi sembrava di partecipare a uno di quei veri balli
studenteschi pieni di gioia e di speranza nella vodka
con un chiasso infernale che mi riempiva le orecchie
con il rumore del mare.
Spento il fuoco, qualche ombra fiera e dura
incisa sulle mura, la canna da pesca incrinata
sono rimasto a suonare su una tastiera sgraziata
chissà poi cosa
aspettando di riprendere fiato
e ho pensato di uscire all’aria aperta ma chiudendo
gli occhi il rosso del fuoco divideva ancora
il mio pavimento e non colava a picco,
rimaneva fisso lì a marchiare il territorio
in attesa di tutta la mia miseria.